Gruppoanalisi

La gruppoanalisi ha le proprie radici teoriche nella psicoanalisi classica e ne sviluppa gli aspetti relazionali. Nnata come una tecnica per la conduzione dei gruppi, ha definito nel tempo un modello centrato sul concetto di gruppo familiare e sociale come matrici che stanno a fondamento della vita mentale individuale. Il prefisso ‘gruppo’ del termine ‘gruppo-analisi’ si riferisce proprio a questo concetto di “gruppalità interna”.

Ciò implica che questa pratica analitica non è vincolata a un setting gruppale, poiché l’analisi delle gruppalità interne può essere parimenti svolta sia in un contesto di gruppo che in quello duale.

Ciò che fa del gruppo analitico un potente strumento terapeutico è la sua intrinseca capacità di trasformazione degli aspetti personali problematici. Questo avviene perché il gruppo stesso assume ben presto, nella mente dei suoi partecipanti, la forma di uno spazio nuovo, differente da ogni contesto percorso precedentemente da ciascun individuo nella propria esistenza, nel quale è possibile per ognuno confrontare e contaminare alcuni presupposti insoddisfacenti della personalità e della propria vita in un clima di dialogo e di scambio, nel quale ciò che l’altro “porta” diventa facilmente proprio e viceversa.

La dialettica tra processi psicologici individuali e processi di gruppo è quindi continua.

A causa di questa specifica “natura”, il gruppo terapeutico analitico offre ai suoi partecipanti la possibilità d’intravedere, nel tempo, nuove modalità di “lettura” della realtà e una rinnovata mobilità psicologica, proprio perché il gruppo terapeutico si colloca sul confine tra le diverse appartenenze dell’individuo: famiglie di origine, gruppi e culture di appartenenza, mondo sociale.

Tra i fondatori della gruppoanalisi ricordiamo S.H. Foulkes e W.R. Bion.

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